Le differenti zone climatiche del nostro Paese possono influenzare il corretto funzionamento degli SMT?
La tipologia di SMT è influenzata dalla zona climatica di utilizzo che determina le differenti condizioni di lavoro degli schermi e membrane traspiranti con particolare riferimento all’intensità dell’irraggiamento solare, dell’esposizione ai raggi UV e della temperatura. Per questo motivo in ogni zona geografica vanno impiegati SMT che sappiano rispondere alle specifiche situazioni climatiche.
Esistono membrane specifiche per condizioni climatiche che potrebbero portare a ristagni dell’acqua?
Questa nuova generazione di membrane ad alta grammatura saldabili a caldo, sono costituite da diverse formulazioni acriliche, poliuretaniche (PU, TPU, PUR) o da poliestere elastomerico termoplastico (TPEE), che consentono di saldare tramite aria calda o solventi (THF o THI) le giunzioni e le sovrapposizioni della membrana stessa. Più nel dettaglio, le materie prime impiegate per questo tipo di membrane conferiscono alle stesse un’elevata stabilità termica (fino a 100 °C). Alcune di queste membrane traspiranti possono essere posate a contatto diretto di supporti cementizi alcalini e saldati in combinazione con guaine bituminose. Hanno ottime caratteristiche di flessibilità e di resistenza meccanica, oltre a essere traspiranti.
Di quali materiali sono composti gli SMT?
Le differenti tipologie di SMT sono realizzate con diverse materie prime. Il polipropilene (PP) è una tra le più usate per le membrane traspiranti. In questi ultimi anni sono state create nuove tipologie di SMT che grazie all’impiego di nuove tecnologie e materie prime, come quelle poliuretaniche o acriliche, offrono una maggiore sicurezza di impiego e di durata anche alle alte temperature. In questi casi risultano molto interessanti le membrane traspiranti riflettenti, il cui strato esterno è rappresentato da un film in alluminio protetto con appositi sistemi antiossidanti. Il film in alluminio ha lo scopo di riflettere i raggi infrarossi provenienti dall’esterno e quindi il calore trasmesso per irraggiamento dal manto di copertura. In questo caso entrano in gioco due fattori determinanti: la riflettanza e l’emissività.