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Come sono classificati gli SMT in funzione della resistenza meccanica?

Gli SMT una volta posati in opera sono soggetti a sollecitazioni meccaniche dovute al calpestio e a ulteriori azioni causate da molteplici fattori esterni quali, ad esempio, l’azione del vento e la posa su substrati non rigidi. Risulta quindi fondamentale considerare la resistenza meccanica.
La resistenza meccanica viene valutata da due parametri, ovvero la resistenza a trazione e la resistenza a lacerazione da chiodo.
In base alla norma UNI 11470 gli SMT sono classificati in 3 classi in funzione delle caratteristiche di resistenza meccanica a trazione e lacerazione da chiodo per valutarne l’applicazione su supporti discontinui:
R1 Interasse max 45 cm Trazione > 100 N/5 cm Trazione > 100 N/5 cm Lacerazione > 75 N,
R2 Interasse max 60 cm Trazione > 200 N/5 cm Trazione > 200 N/5 cm Lacerazione > 150 N,
R3 Interasse max 90 cm Trazione > 300 N/5 cm Trazione > 300 N/5 cm Lacerazione > 225 N.
Gli SMT devono continuare a garantire una resistenza alla trazione minima maggiore del 65% dei valori iniziali dopo invecchiamento artificiale.
La normativa disciplina che per tutte le tipologie costruttive con pendenze >80% (38,6°), gli SMT utilizzati devono corrispondere alla classe di resistenza alla trazione TR1 per garantire un’adeguata tenuta meccanica mentre, per tutte le tipologie costruttive con pendenze <30% (16,7°), gli SMT utilizzati devono corrispondere alla Classe A di massa areica per sopportare le sollecitazioni dovute al calpestio che si verificano durante le fasi di montaggio.

L’importanza della massa areica

Gli SMT sono caratterizzati da uno strato funzionale che garantisce impermeabilità, resistenza agli UV, traspirabilità e tenuta all’aria e da uno o più strati di rinforzo e protettivi di natura fibrosa. Vista l’importanza dello strato funzionale, la sua protezione e le grammature dei vari strati risultano fondamentali per garantire maggiore durabilità nel tempo della membrana.